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FAQ Istruzione e Università

 Cosa farebbe Italexit per la scuola?

 SCUOLA, CULTURA, GIOVANI E BAMBINI

Investire nella scuola. Politiche espansive, programmi pensati per diffondere cultura e conoscenze utili. No gender, No mascherine Inizieremo politiche espansive per la scuola, anch'essa per troppo tempo penalizzata, con un programma di assunzioni e di miglioramento dei salari.

Va ricostruito un clima scolastico serio e propositivo, va tutelata la figura dell'insegnante, vanno migliorati i programmi sia in direzione di un recupero della nostra cultura umanistica e civica. Insegniamo ai ragazzi a usare in modo vincente e corretto lo spirito di osservazione e stimoliamo un recupero dello spirito critico.

Attueremo immediate politiche di incentivi per implementare la conoscenza delle tecnologie e dell'informatica, delle lingue e di tutti gli strumenti indispensabili ai nostri ragazzi per entrare nel mondo del lavoro con le giuste competenze. Siamo contrari all'introduzione di teorie gender nelle scuole, i nostri ragazzi devono poter crescere in armonia e devono trovare la loro strada senza essere bombardati da informazioni che diventano pericolose per il loro percorso di crescita naturale e generano soltanto confusione.

Aboliremo immediatamente il demenziale obbligo di mascherine in classe, che oltretutto è dannoso per la salute dei nostri ragazzi, e qualsiasi altra limitazione alla loro libertà. Incentivi statali per tutte le aziende che creino asili nido all'interno delle loro strutture. Prevenzione di violenze e bullismo tramite appositi corsi da inserire nelle scuole dell'obbligo.


E per la Ricerca?

ITALEXIT intende proporre un piano strategico di rilancio economico del Paese basato sui seguenti punti:

1. Eliminare dalla Costituzione il pareggio in bilancio, lo Stato non è un’azienda non è una famiglia;

2. Statalizzare e riportare sotto il controllo del Ministero del tesoro la Banca d’Italia;

3. Creazione di una Banca Pubblica;

4. Strade, autostrade, comunicazioni, acqua, energia e tutti gli altri asset strategici per il Paese devono tornare sotto il controllo dello Stato;

5. Ritorno alla sovranità politica, democratica ed economico-monetaria della Repubblica italiana. Per fare questo occorre uscire dai trattati europei e riprendere la sovranità anche monetaria. Chi vagheggia di unioni di popoli e di Stati, dovrebbe dire che queste saranno possibili solo dopo aver smantellato questo obbrobrio istituzionale, tecnocratico e autoritario, che si chiama UE. Questo scopo potrà essere raggiunto quando il partito diventerà partito di maggioranza. Nel frattempo, si possono condurre battaglie importanti allo stato attuale delle cose, per migliorare sensibilmente la vita dei cittadini, lavoratori subalterni, autonomi, piccole e medie imprese;

6. Ritorno alla spesa pubblica responsabile e sociale: ospedali e sanità efficienti, scuole organizzate e funzionali in ogni parte d’Italia, difesa dell’acqua pubblica e modernizzazione delle reti idriche, sviluppo delle infrastrutture e collegamenti in linea con lo sviluppo e crescita economica del paese;

7. Sostegno alla domanda interna: la ripresa economica del tessuto imprenditoriale domestico è legato alla domanda aggregata, cioè la capacità di spesa dei cittadini italiani. Manovre economiche dal lato dell’offerta non sono sufficienti a far risollevare il settore: negozi, artigiani, ristoratori hanno bisogno di clienti che comprano senza eccessive preoccupazioni, quindi non a livello di mera sussistenza! Attendere che sia il turismo a risolvere questo problema è irresponsabile, il turismo non dipende da noi, e non è sempre un turismo “ricco”. Contare su una solida base di domanda domestica è molto più ragionevole. Servono misure sistemiche adeguate.

8. Possibilità di introdurre monete fiscali, come ad esempio il modello super bonus, che va difeso e rilanciato con modalità strategica e quindi pluriennale;

9. Sviluppare la ricerca nei campi medico/scientifico, aerospaziale e nuove tecnologie attraverso progressivi investimenti. Con questa proposta si intende rilanciare i settori strategici per l’economia italiana e riportare nel nostro Paese quei cittadini esiliati all’estero e depositari di competenze, oggi utilizzate da altri Paesi;

10. Difesa del Made in Italy, attraverso una politica estera attiva: il nostro Paese deve dialogare con tutti i Paesi e stringere accordi finalizzati a tutelare, difendere ed espandere il Made in Italy nel mondo;

11. Fisco: con l’uscita dell’Italia dall’eurozona, applicheremo le aliquote fiscali in uso oggi in Irlanda, Lussemburgo e altri paradisi fiscali riconosciuti dall’Unione Europea

12. Rilancio della nostra leadership nell’area del Mediterraneo, attraverso un posizionamento neutro e terzo;

13. Mettere in discussione la partecipazione alla Nato, all’OMS e altre organizzazioni ormai del tutto opsolete.

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