Impossibile? Solo se si crede che il lavoro sia solo quello creato dal settore privato. Ovviamente quest’ultimo ha un ruolo cruciale da giocare in un’economia dinamica, ma i processi di automazione e di robotizzazione implicano che saranno sempre meno i lavori che il settore privato sarà in grado di offrire. Dobbiamo dunque rassegnarci alla disoccupazione o al massimo a ricevere un reddito di sussistenza dallo Stato?
Assolutamente no. Infatti non solo siamo drammaticamente a corto di organico nei tradizionali settori pubblici, in particolare sanità e istruzione, ma esistono un’infinità di lavori potenziali – e assolutamente necessari – da creare nei campi della riconversione ecologica, dell’urbanistica, delle infrastrutture, dell’assistenza sociale oltre che nei nuovi distretti industriali da lanciare. Va da sé che molti di questi lavori, poiché richiedono cospicui investimenti che non garantiscono utili monetari nell’immediato ma offrono grandi “utili sociali”, può crearli solo lo Stato. Una buona e piena occupazione è possibile ed è necessaria allo scopo di rilanciare la domanda interna, ripristinando il circolo virtuoso fra pubblico e privato che è stato distrutto dall’ideologia neoliberista.(Tratto dal manifesto Italexit del 2020)
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