È prioritario invertire la rotta del processo ventennale di smantellamento del Servizio sanitario nazionale (SSN). Bisogna dire basta a esternalizzazioni, privatizzazioni e sovvenzioni alla sanità privata per rilanciare con vigore quella pubblica. Va ripristinato il diritto a cure gratuite di alta qualità per tutti i cittadini su tutto il territorio nazionale, non solo come sacrosanto principio etico e costituzionale ma anche come necessità di sicurezza nazionale.
È proprio di fronte alle emergenze infatti che si manifesta tutta l’importanza di un sistema di salute pubblica, vera spina dorsale su cui si regge l’intera società. A tutto questo si deve affiancare una riflessione più ampia circa gli innumerevoli impatti sulla salute di un sistema che ha messo per troppi anni il profitto davanti a ogni altro valore.
Fra le tante scelte figlie di questa logica che rischiano di rivelarsi nocive per l’interesse comune, ne è emersa soprattutto una negli ultimi anni: l’adozione acritica da parte del nostro Paese delle infrastrutture telecomunicative 5G.
Una scelta sconsiderata e imprudente che fa scempio di qualsivoglia principio precauzionale sia in termini di salute pubblica che di collocazione geostrategica. Altra questione cruciale e volutamente esclusa dal dibattito politico è quella dell’obbligatorietà vaccinale: temi di questo calibro non possono essere risolti solo attraverso le imposizioni di uno scientismo ideologico e totalitario, dietro al quale
spesso e volentieri si nascondono grandi interessi economici.
Su questo così come su altri temi delicati bisogna rilanciare una sana dialettica che sappia coinvolgere
l’opinione pubblica in una riflessione aperta sugli aspetti scientifici, giuridici ed etici di queste tematiche.
(Tratto dal manifesto Italexit del 2020)
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